07 giugno 2006

LETTERA APERTA ALLA CITTADINANZA

Questa lettera, non sappiamo come, sarà pubblicata dai giornali cittadini. Dato che è molto lunga, alcuni giornalisti ci hanno avvertito che potrebbe essere pubblicata non integralmente, quindi la pubblichiamo sul nostro BLOG. Considerate che questa sera tutti i soci del Rione si riuniranno in Assemblea generale proprio per discutere sui temi che in questi giorni hanno interessato i nostri concittadini. Se sposate questa lettera aperta, nelle ipotesi e nelle tesi, vi chiediamo di farla girare, questo è solo l'inizio, o meglio è la ripresa di un cammino interrotto.
Contrariamente a quanto molti pensano, per noi gente di Palio, domenica 28 maggio non sarà mai un giorno da dimenticare. Ciò che è accaduto rappresenta per noi una sorta di spartiacque, un momento in cui abbiamo visto vanificati tanti anni di duro lavoro impiegato per dare credibilità a questa manifestazione.
Non c’è lo sprezzo della vita tra i principi etici delle contrade, non c’è soprattutto la volontà di ignorare i valori di civiltà che il Palio, essendo un momento di incontro tra la contrade e il pubblico, vuole garantire per essere autenticamente una festa.
Non vogliamo dibattere con gli animalisti, che hanno mille sacrosante ragioni, crediamo solo che ci siano modi diversi di amare gli animali, modi che possono trovare punti d’incontro e direttive comuni per garantirne l’incolumità.
In questi giorni di bagarre, molti hanno avuto il dubbio che non solo “il Palio” usi strumentalizzare gli animali per il proprio piacere, ma che molte delle voci che si sono alzate abbiano in realtà usato la loro morte per alzare i toni contro una manifestazione, ed un mondo, inviso da sempre a buona parte degli abitanti di questa nostra città, accusato spesso di non fare cultura, di essere frequentato da rompiscatole rumorosi, di essere nazional-popolare (estrazione che peraltro ci sentiamo di rivendicare a fronte di certe interpretazioni snob della storia ferrarese).
Molti hanno voluto alzare il dito, e tutti hanno guardato il dito anziché la luna. Accuse di ogni tipo sono piovute presso le sedi di contrada. Ci hanno chiamati assassini, esseri ignobili, incivili, indegni di far parte del genere umano.
Chiunque si è sentito in diritto di vomitarci addosso il proprio disprezzo. I nostri ragazzi, a scuola, sono stati vituperati dai compagni, torchiati dai loro insegnanti. Tutti noi, i più grandi, nei posti di lavoro abbiamo subito attacchi dai colleghi e dai capiufficio. A qualcuno è stato tolto addirittura il saluto.
Improvvisamente ognuno sapeva tutto di cavalli, fantini, curve, interramento e chi più ne ha più ne metta.
Non è questa la sede per indicare responsabilità e responsabili. Gli organi più accreditati stanno lavorando ormai da una settimana, e presto anche noi avremo modo di valutarne le risposte. Riteniamo però fin da ora necessario, a fronte di eventuali responsabilità accertate, ricordare che è sempre stata volontà delle contrade far crescere, da tutti i punti di vista, la manifestazione. Il Palio non vuole essere, e non è mai stata, mattanza, perché vorrebbe dire negare uno dei presupposti che hanno permesso la crescita lenta, ma costante, della manifestazione in trent’anni e più di storia. Chi potrebbe desiderare come obiettivo della propria maturità ciò che è accaduto in Piazza Ariostea domenica scorsa?
Quello che da anni cerchiamo di raccontare ai ferraresi è un’altra storia. È una storia d’amore e di passione per la nostra città, le nostre tradizioni, la nostra gente.
Da anni ormai il valore delle contrade non si misura più solo con i risultati di Piazza Ariostea. Organizziamo spettacoli teatrali, concerti, mostre, convegni, feste rinascimentali, mercati. Senza considerare la possibilità che diamo ai nostri contradaioli di imparare arti come la musica o la danza, seguiti da insegnanti professionisti, spesso di fama nazionale.
In tempi non sospetti scrivevamo sul nostro giornale di contrada: “È la prassi che tutto ciò (n.d.r: l’insieme delle attività collaterali) rimanga ampiamente sommerso, nascosto agli occhi delle altre contrade e dei ferraresi, anche se abituati ormai a riconoscere i rumorosi quanto necessari allenamenti dei musici nelle piazze e nei parcheggi che, come riserve protette, garantiscono ancora la preparazione delle gare. Non sfugge mai alle nostre riflessioni l’assurdità di certi impegni, l’aspetto quasi donchisciottesco di certe fiammate d’orgoglio. Si lotta spesso contro i mulini a vento, armati solo di passione e fiducia nelle proprie motivazioni. Nulla di patologico, solo un modo per ripagare tutto ciò che poi si riceve in cambio, se non attraverso medaglie (e coppe di plastica), almeno in termini umani, attraverso la condivisione di un percorso che mette fianco a fianco persone di estrazione diversa per età, cultura, attitudini. Non è forse questa una forma di cultura su cui vale la pena investire? Noi riteniamo che l’incanto che colpisce allo stesso modo il bambino e l’adulto, e li mette assieme (e in relazione) in questo gioco di rievocazione, abbia un valore culturale primario, oltre ad essere un indiscutibile momento di coesione sociale. Un valore per di più assolutamente originale, considerando le caratteristiche inedite di questa forma di nucleo sociale chiamato contrada”.

Forse i giornali, a questo punto, non dovrebbero chiedere ai ferraresi se vogliono abolire o meno il palio dei cavalli, ma se vogliono ancora l’esistenza delle contrade. Perché è a questo che la polemica ci sta portando, ad una chiara messa in discussione della loro credibilità, della loro stessa motivazione d’essere.
Abbiamo ancora molte cose da dire, storie da raccontare, progetti da realizzare. Per l’impegno profuso in questi anni, crediamo almeno di meritare che, prima di neutralizzarci, chi ha già emesso una sentenza ci dia una prova di appello.
Per tutti questi motivi, invitiamo la cittadinanza a visitare le nostre contrade, che non sono affatto entità astratte che si concretizzano solo nel mese del Palio, come molti continuano a credere, ma associazioni che vivono la città dodici mesi all’anno, con progetti concreti e rispetto per la vita comunitaria. Invitiamo i ferraresi, anche i più arrabbiati, ad avanzare proposte costruttive, in linea con tutte quelle che negli ultimi trent’anni hanno permesso al Palio di acquistare sempre maggiore credibilità. Senza presunzione, con l’aiuto della città, delle istituzioni e delle aziende che crederanno in questo progetto, potremmo diventare un esempio credibile per tutte le manifestazioni simili presenti in Italia.
Avvicinatevi, e avrete modo voi stessi, senza l’intermediazione di articoli da scoop o lettere offensive inviate ai quotidiani, di comprendere che è prima di tutto la gente del Palio a non voler più vivere un altro 28 maggio 2006.

Rione Santo Spirito - Il Consiglio Maggiore
Questo è il primo passo ufficiale del Rione Santo Spirito. Non una risposta data da contradaioli, ma da tutti i contradaioli tramite il proprio organo ufficiale.
Molto lunga ma con un unico concetto.....il sistema CONTRADA non distrugge, crea, e lo fa in un modo che è unico e che non appartiene a nessuna altra associazione, in quanto completo e coinvolgente in tutte le età dell'uomo......e dei propri animali.
Falla girare GRAZIE

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